
Pensavate di averle sentite tutte sul Covid da parte degli esperti. E invece no. Adesso è arrivata quella che forse si piazza dritta dritta al primo posto delle assurdità. Mettetevi comodi. La notizia esce dalla presentazione dell’ultima ricerca scientifica sul Covid, avvenuta a Milano nella sede della Regione, che ha impegnato una grande equipe di ricercatori dell’Istituto Mario Negri. Dopo 2 anni di analisi, i ricercatori sarebbero riusciti a ricostruire la relazione fra i fattori genetici delle persone che si sono ammalate anche all’interno della stessa famiglia e la gravità della malattia Sars- Cov-19 nella provincia di Bergamo, primo epicentro della pandemia. L’aspetto più sbalorditivo? C’entra nientepopodimeno che l’uomo di Neanderthal. Lo so, starete già ridendo. Ma pazientate, perché questa è davvero bella e va raccontata tutta. (Continua a leggere dopo la foto)
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Partendo dal presupposto che le persone che hanno avuto le conseguenze più pesanti dopo aver contratto il Covid fossero geneticamente predisposte, si sostiene che questi casi più gravi sarebbero stati favoriti dalla presenza in determinati individui di alcuni geni che sono arrivati alla popolazione moderna della bergamasca – addirittura – dagli uomini di Neanderthal! È tutto meraviglioso. Per 2 anni sono stati spesi soldi pubblici, oltre tutti i miliardi regalati a BigPharma, ai banchi a rotelle e ai produttori di gel e mascherine, per fare questa ricerca. Spiega Repubblica dando questa notizia sensazionale sul Covid: “Si tratta in particolare del genoma di Vindia, risalente a 50.000 anni fa ed individuato in Croazia”. (Continua a leggere dopo il video)
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La ricerca – sostengono gli autori – dimostra come chi è stato esposto al virus ed è portatore della variazione genetica del gene dell’uomo di Neanderthal aveva più del doppio del rischio di sviluppare Covid grave, quasi tre volte in più il rischio di aver bisogno di terapia intensiva. La ricerca, intitolata “Origin”, è pubblicata sulla rivista “iScience”. “Quando abbiamo visto che in tutta quest’area c’era una frequenza di malattie gravi e di morti che erano 850 volte superiori a quello che uno si poteva aspettare – ha spiegato in Regione il direttore dell’istituto Mario Negri, Giuseppe Remuzzi – ci siamo chiesti perché qualcuno si ammalava in modo grave e qualcun altro in modo lieve”. Le risposte, più che nell’uomo di Neanderthal – poverino, lasciatelo in pace – vanno chieste a Conte e Speranza, e ai loro tecnici. Come ha provato a fare la magistratura e come vorrebbe fare l’inchiesta parlamentare. E si sanno anche. Vanno solo messe nero su bianco, e far pagare a lorsignori le responsabilità di una strage.
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