Avevamo dato notizia qualche giorno fa attraverso le pagine de Il Paragone del pamphlet firmato dall’Osservatorio Permanente per la Legalità Costituzionale e pubblicato sulla rivista di Magistratura Democratica sul quale si esprimevano dubbi riguardo lo strumento del Green pass adottato dal governo Draghi, che “merita particolare attenzione, in quanto si articola tra garanzia delle libertà fondamentali e doveri di solidarietà economica e sociale, con immediate ricadute sul principio di eguaglianza”.

Nel testo, infatti, si precisava come “nessuna delle tre condizioni poste dal certificato – vaccino, tampone negativo, guarigione da Covid – è garanzia scientifica di non contagiosità: si tratta di aspetti che non si possono trascurare tanto nella fase in cui il vaccino è ancora in fase sperimentale (avendo ottenuto solo un’autorizzazione di emergenza) quanto a sperimentazione avvenuta se la capacità di limitare il contagio non dovesse risultare confermata”. Ma ora Magistratura Democratica è intervenuta per chiarire la sua posizione ed evitare che un articolo che trova spazio su di una rivista scientifica, per sua tradizione aperta al pluralismo, venga confusa con la posizione ufficiale dell’associazione di magistrati.

“Magistratura democratica, sia pure nel rispetto della dialettica democratica che si sviluppa attorno a temi così importanti per la salute dei cittadini, considera la vaccinazione anticovid un onere, il cui mancato adempimento può giustificare una serie di calcolate restrizioni e limitazioni, adottate nell’interesse collettivo in vari ambiti della vita sociale (mobilità, accesso a luoghi pubblici, sedi di lavoro). All’onere di vaccinarsi si accompagna il dovere introdotto, dal 6 agosto u.s., anche nel nostro Paese, di attestarne l’adempimento con una certificazione pubblica, un pass o altro chiaro segno di riconoscimento per reintrodurre nella esperienza sociale le condizioni di almeno relativa sicurezza e di tranquillità compromesse dalla prosecuzione dei contagi”.

Pur ospitando anche opinioni diverse, quindi, “Magistratura democratica non condivide l’opinione di chi vuole tutelare, in modo irrazionale ed al di fuori del metodo scientifico, una idea di libertà individuale disgiunta dalla responsabilità collettiva e dalla realizzazione del bene comune, sentendo tra i suoi scopi primari la difesa dei più deboli per ragioni di salute, di giustizia sociale o di mezzi”. Magistratura Democratica ha poi precisato che, a causa di una lettura errata da parte di alcune testate, per giorni è stata attribuita alla corrente una posizione che non ha, in realtà, mai assunto, “l’esatto opposto di quanto abbiamo sempre sostenuto”.
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