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Decoder pirata, cambia tutto. Multe salatissime (e non solo) anche per gli utenti del “pezzotto”

Pubblicato il 08/08/2023 19:55 - Aggiornato il 09/08/2023 10:50

Entra in vigore oggi la nuova legge 93/2023, ovvero la legge “contro la pirateria audiovisiva connessa alla Rete”, altresì e molto più diffusamente nota come legge anti-pezzotto. Chiariamo, per chi ancora non lo sapesse, che pezzotto è un termine gergale della lingua napoletana e sta ad indicare una cosa posticcia, “taroccata”, farlocca, ma che è oramai di uso comune in tutta Italia per indicare proprio il decoder pirata attraverso il quale vengono trasmessi contenuti online, in modo illegale perché senza sottoscrivere alcun abbonamento. Con questo provvedimento, l’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni (Agcom) si avvale di ulteriori poteri per bloccare le piattaforme che diffondono illecitamente eventi in diretta, tra cui manifestazioni sportive e prime visioni di film e programmi di intrattenimento. La legge e il regolamento di Agcom prevedono che l’autorità intervenga chiedendo alle società di telecomunicazioni oscurando in massimo 30 minuti i siti che vengono segnalati direttamente dalle parti lese. Tra le novità, infatti, oltre al supporto dell’Agenzia per la Cybersicurezza alla stessa Agcom, così da potenziare l’azione di monitoraggio, si registra l’attivazione di una piattaforma tecnologica in grado di attuare gli stop, come detto, in brevissimo tempo. (Continua a leggere dopo la foto)
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nuova legge anti pezzotto

L’inasprimento delle pene

Effettivamente, emittenti televisive a pagamento e servizi in streaming erano da anni sul piede di guerra. Solo per citare un esempio, sarebbero oltre 2 milioni gli utilizzatori del cosiddetto pezzotto Sky, un numero paragonabile a quello degli abbonati regolari ai servizi originali forniti dalle emittenti. Sarebbero ben 5 milioni, invece, gli utilizzatori di servizi pirata per le partite in streaming. Con la nuova legge del governo Meloni, le pene per chi sia sorpreso a vendere il decoder opportunamente modificato e anche per il fruitore sono inasprite: per i primi, da oggi è prevista la reclusione da 6 mesi a 3 anni e una multa da 2.582 a 15.493 euro, mentre per gli utenti la sanzione passa da 1.000 a 5.000 euro. Nel mirino, dunque, non solo chi metta in commercio il decoder “pezzotto”, ma anche gli utilizzatori finali, per cui questa salatissima sanzione dovrebbe costituire un buon deterrente all’uso del decoder pirata. Leggiamo sul Corriere della sera che, nel solo 2022, sono stati individuati circa 345 milioni di illeciti, con un eccesso di ben 30 milioni rispetto all’anno precedente. Esclusivamente per quanto riguarda gli eventi sportivi live la percentuale è salita del 26% di anno in anno. Tutelare la proprietà intellettuale nelle sue varie forme, dunque, è l’obiettivo della legge. Il meccanismo è il seguente: l’Agcom riceve una segnalazione e immediatamente può avvertire la magistratura. Frattanto, ora si potrà fare oscurare un sito al livello di indirizzo Ip, risalendo immediatamente all’origine, mentre in precedenza si poteva fare esclusivamente al livello di Dns, ovvero il server. Tutto in 30 minuti. Oltre all’inasprimento delle pene, la nuova piattaforma dovrebbe dissuadere dal commercializzare o semplicemente dall’acquistare il “pezzotto”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Come funziona il “pezzotto”

Ecco come funziona il decoder pirata: la trasmissione dei contenuti avviene attraverso l’utilizzo di server, a volte anche situati all’estero, da cui parte il flusso di dati in streaming, destinato a raggiungere i televisori degli utenti finali: si tratta della cosiddetta tecnologia IPTV (Internet Protocol Television), che in questo caso è oggetto di un’applicazione illegale.

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