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“Tutto è a rischio!” Autostrade, l’audio choc dell’uomo dei Benetton. Ecco su che strade guidiamo(AUDIO)

Pubblicato il 23/06/2023 08:43 - Aggiornato il 29/09/2023 11:57

Un’intercettazione agghiacciante, catturata un anno e mezzo dopo la caduta del Ponte Morandi, che aveva causato la morte di 43 persone sconvolgendo il Paese. Mentre Autostrade per l’Italia, travolta dallo scandalo per la mancata manutenzione sulla struttura, preparava la propria linea difensiva, ai vertici del gruppo era andato in scena un acceso scontro. Con alcune frasi choc raccolte e pubblicate dal Fatto Quotidiano. Come quelle pronunciate da Gianni Mion, amministratore delegato di Edizione, la cassaforte di famiglia attraverso cui i Benetton controllano Atlantia: “Il Morandi aveva un problema di progettazione”. (Continua a leggere dopo la foto)
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“Quando abbiamo comprato la società Autostrade – diceva Mion in quei giorni – abbiamo detto che ci stava bene così come stava. Siccome lo sapevamo che c’era quella cosa ed è stata ampiamente discussa e presentata in molte occasioni, bisognava semplicemente, come nostra responsabilità, dire: ‘Ragazzi, rifacciamo sto ponte'”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Al telefono con Mion c’era Sergio Erede, uno dei più importanti avvocati italiani, consulente legale del gruppo. Che ha un certo punto aveva chiesto: “Lo sapevamo?”. Risposta, tristemente emblematica: “Certo che lo sapevamo, è stata fatta una riunione, una induction alla presenza di tutti i consiglieri d’amministrazione di Atlantia, gi amministratori delegati, il direttore generale, il management, e hanno spiegato che quel ponte lì aveva una difficoltà di progettazione”. Trovate qui l’audio integrale con tutta la conversazione registrata. (Continua a leggere dopo la foto)

“Quando ho chiesto all’ingegner Castellucci e ai suoi dirigenti, fra cui il direttore generale Mollo, chi è chi ci autocertifica la stabilità, mi è stato risposto che ce lo autocertifichiamo“. Proprio in quei giorni, l’Italia viveva ancora l’illusione di una giustizia imminente, dopo le promesse fatte da Giuseppe Conte. Anni dopo, i famigliari delle vittime sono ancora in attesa che quegli impegni vengano mantenuti.

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