Con la consueta compostezza, Roy De Vita tira randellate. In un video sui suoi canali social, il primario della divisione di Chirurgia Plastica e ricostruttiva dell’Istituto nazionale dei tumori ha detto la sua sulle polemiche di questi giorni, polemiche assurde seguite alla trasmissione radiofonica Giù la maschera, condotta da Marcello Foa su Rai Radio 1. Come si ricorderà uno degli ospiti era Massimo Citro della Riva, lo psicoterapeuta sospeso dall’Ordine dei Medici della provincia di Torino per le sue posizioni sulla campagna vaccinale. Ora, la pandemia da Covid-19 è ufficialmente terminata il 5 maggio, come decretato dalla stessa Oms e, a bilanciare la presenza di Citro, erano presenti l’infettivologo Massimo Galli, una delle “virostar” che abbiamo imparato a conoscere in questi anni, e Francesco Zambon, ex capo dei ricercatori dell’Oms. (Continua a leggere dopo il VIDEO)
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Le (assurde) polemiche
Però non è bastato a impedire la reazione sdegnata dei componenti del PD, di Sinistra Italiana e Italia Viva in seno alla Commissione di Vigilanza Rai, per il solo fatto che era stato invitato a parlare un medico distante dalla narrativa dominante, arrivando a chiedere delle “scuse” al conduttore. “Foa non deve scusarsi”, dice dunque Roy De Vita, per aver semplicemente svolto il proprio lavoro. “Ci sono tante persone che dovrebbero chiedere scusa prima di lui“: chi, piuttosto, deve farlo sono coloro “che avevano attaccato Montagnier per aver rivelato che il Covid fosse nato in laboratorio”, dice De Vita. E che fosse nato in laboratorio, ora, lo sostiene candidamente anche l’informazione ufficiale, quella che ci ha terrorizzato per oltre due anni e che bollava come antiscientifiche le tesi più razionali. Facciamo solo un nome, quello di Matteo Bassetti, il quale era arrivato a definire rin***lionito il premio Nobel, biologo e virologo francese. E ancora: “È la Rai che deve chiedere scusa, non il professor Citro e Marcello Foa”. Infine, spiace constatare che il video dell’intervento di Roy De Vita, che abbiamo ripreso da Facebook e riportato in alto, sia stato prontamente “verificato” dai cosiddetti fact-checkers cosiddetti indipendenti, in quanto conterrebbe “informazioni false”. I professionisti del mainstream non si arrendono. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il PD protesta, la Rai si dissocia
Fermo restando che il servizio pubblico ha il dovere, prima ancora che il diritto, di ospitare tutte le posizioni e le varie istanze, la Rai ha subito fatto mea culpa, con il direttore del Giornale Radio Rai, Francesco Pionati, che ha subito dichiarato: “Ho l’obbligo di chiarire che esse non corrispondono in alcun modo né al mio personale pensiero, né alla linea editoriale dei Gr e di Radio 1”, come ricorda Il Giornale d’Italia. Una sorta di autocensura, che fa il paio con quella relativa al Tgr Lazio: anche in quel caso si è deciso di silenziare un medico onesto e coraggioso.
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