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Privacy, cambia tutto. Cosa prevede il nuovo accordo fra Unione Europea e Stati Uniti

Pubblicato il 11/07/2023 16:51 - Aggiornato il 11/07/2023 18:06

È operativo sin da oggi, dopo due anni di negoziati, l’EU-US Data Privacy Framework, il nuovo accordo sul trasferimento dei dati tra l’Unione europea  e gli Stati uniti, siglato al fine di trasferire i dati personali e le informazioni sensibili tra le due sponde dell’Atlantico, approvato ieri dalla commissione europea, e così ponendo problemi piuttosto rilevanti in merito alla privacy degli utenti. Tre anni fa, fu proprio la Corte di giustizia dell’Unione Europea ad annullare un accordo tra le due parti che consentiva il passaggio sicuro dei dati personali dal blocco alle società statunitensi, ritenendo che le agenzie di intelligence degli Stati Uniti avessero mantenuto eccessive capacità di spiare i dati personali dei cittadini europei. Ora, il vuoto legislativo è stato colmato, ma a che prezzo? Non ci pare che, in questi tre anni trascorsi, l’amministrazione Biden abbia modificato il controllo pervasivo delle agenzie federali sui propri stessi cittadini. A noi, invece, preme ricordare che appena lo scorso mese di maggio a Meta fu inflitta una maxi-multa da 1,2 miliardi di euro in Ue per violazione delle norme sulla privacy, così come occorre ricordare che l’epico scontro tra USA e Cina si svolge anche sul controllo dei Big Data. Eppure, la Commissione a guida von der Lyen ha riconosciuto formalmente gli Stati Uniti come un Paese con protezioni e garanzie sufficienti sul trattamento dei dati personali, approvando di conseguenza una “decisione di adeguatezza”. (Continua a leggere dopo la foto)
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trasferimento dati ue usa

La “affidabilità” degli Stati Uniti

Tale parere di conformità fa sì che i dati personali dei cittadini europei possano “fluire in sicurezza dall’UE alle società statunitensi che partecipano al Framework, senza dover mettere in atto ulteriori salvaguardie per la protezione dei dati”, è scritto nel documento che abbiamo riportato. I Paesi terzi che rispondano alle suddette caratteristiche possono trasferire i dati senza ulteriori autorizzazioni da parte dell’Unione Europea. Sicché, d’ora in poi alle grandi aziende americane, quali Meta (Facebook, WhatsApp e Instagram) e Google, verrà consentito di raccogliere i dati personali dei cittadini comunitari. Il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR), infatti, verificata la “affidabilità” di un Paese terzo, ovvero che garantisca livelli di protezione dei dati personali paragonabili a quello dell’Unione Europea, concede il proprio placet. Come già scritto, il trasferimento dei dati era già sancito dal cosiddetto “Scudo UE-USA per la privacy”, ma tre anni fa la Corte di giustizia dell’Unione Europea lo aveva bloccato ritenendo che le agenzie di intelligence degli Stati Uniti avessero mantenuto eccessive capacità di spiare i dati personali dei cittadini europei. La Corte aveva annullato anche il “Safe Harbor”, un altro accordo entrato in vigore nel 2000 e ritenuto insufficiente per garantire la tutela dei dati. (Continua a leggere dopo la foto)
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“Limiti e proporzioni”

In realtà, persino il Parlamento europeo si era opposto al nuovo accordo, sostenendo che potrebbe consentire il trasferimento di dati senza protezioni sufficienti, ma la sua opinione non era comunque vincolante e la Commissione ha potuto procedere ugualmente. Ad ogni modo, e questa suona come una discrasia se non come una beffa, le agenzie di intelligence statunitensi nel quadro del nuovo framework dovrebbero avere solamente “un accesso limitato e proporzionato a queste informazioni”: limiti e proporzioni assai discrezionali, evidentemente. Tuttavia, l’accordo istituisce un organo speciale, la Data protection review court (Dprc), a cui i cittadini europei potranno rivolgersi in caso di violazione delle nuove garanzie. Per il Commissario per la giustizia europeo, Didier Reynders, questa intesa sottolinea che gli Stati Uniti sono ora in grado di garantire un adeguato livello di sicurezza per i dati dei cittadini europei. “Con l’adozione della decisione di adeguatezza, i dati personali possono ora fluire liberamente e in sicurezza dallo spazio economico europeo agli Stati Uniti senza ulteriori condizioni o autorizzazioni”, ha dichiarato Reynders. (Continua a leggere dopo la foto)
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Si mobilitano gli attivisti

Frattanto si è già mobilitato l’attivista Max Schrems, leader del gruppo per la difesa dei diritti digitali Noyb, che era riuscito a fare annullare i due precedenti accordi di trasferimento dei dati tra Ue e USA, il quale ha già annunciato che contesterà la decisione. Per la presidente della commissione europea, Ursula von der Lyen, “Il nuovo Data Privacy Framework garantirà flussi di dati sicuri per gli europei e porterà certezza giuridica alle aziende su entrambe le sponde dell’Atlantico”.

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