
La notizia della malattia di Silvio Berlusconi ha monopolizzato l’informazione italiana nelle ultime ore. Come accade sempre in queste circostanze i retroscena, le speculazioni e i macabri gossip sono all’ordine del giorno. E così, il professor Alberto Zangrillo, medico personale di Silvio Berlusconi, non ha retto più e si è lasciato andare a un duro sfogo. “C’è un sacco di gente che si diverte a dire cazzate“, ha detto il medico passando davanti ai cronisti appostati al San Raffaele per seguire gli sviluppi. Il leader di Forza Italia è infatti ricoverato lì dal 5 aprile. “Parlatene con quelli che su Twitter, sui social e sul Corriere e Repubblica online dissertano su cose che conoscono per niente”, ha tuonato Zangrillo aprendo la polemica anche con i due quotidiani. (Continua a leggere dopo la foto)
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Era stato proprio il Corriere, infatti, a dare per primo la notizia sulla possibilità che Berlusconi avesse la leucemia. Zangrillo, come riporta l’Adnkronos, alla fine di una giornata inevitabilmente impegnativa per lui e il suo paziente, non ha retto la rabbia: “Sono stanco” ha aggiunto il medico prima di rientrare in reparto. Quello che avrebbe fatto infuriare Zangrillo è il fatto che la questione della leucemia, come riporta Open, sarebbe stata riservata tra Zangrillo e l’ex premier fino alla bomba lanciata dal Corriere. “Quello che dovevo dire l’ho detto”, ha detto ancora Zangrillo ai cronisti che chiedevano ulteriori aggiornamenti. (Continua a leggere dopo la foto)
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L’aggiornamento sulle condizioni di Berlusconi
“Ma vi rendete conto? Andate a dormire, pensate alle vostre famiglie“, ha tagliato corto Zangrillo prima di lasciare l’ospedale. Nella giornata del 7 aprile, l’Ansa, citando fonti vicine a Berlusconi, fa sapere che le sue condizioni “registrano oggi un incoraggiante miglioramento rispetto a ieri. Sebbene la situazione imponga la massima prudenza, l’ex premier starebbe reagendo in modo positivo alla terapia antibiotica decisa per curare la polmonite insorta negli scorsi giorni. La forma di leucemia cronica da cui è affetto da tempo peraltro non sarebbe rara per soggetti della sua età e viene normalmente trattata con terapie poco invasive, consentendo una qualità della vita pressoché normale”.
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